Nel mio lavoro come psicologo e psicoterapeuta a Torino, parto sempre dall’ascolto attento di ciò che una persona sta vivendo nel presente. Ansia, insonnia, stanchezza cronica, pensieri ricorrenti o difficoltà relazionali: sono questi i segnali più visibili del malessere, quelli che portano spesso a cercare aiuto.

Li possiamo immaginare come la foce di un fiume: il punto in cui il disagio emerge, a volte in modo travolgente, nella quotidianità. Ma il lavoro terapeutico non si ferma alla superficie. Risalire il corso del sintomo significa avvicinarsi alla fonte: alle esperienze del passato, ai legami affettivi significativi, alle dinamiche inconsce che continuano a influenzare il modo in cui ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri.

La psicoterapia psicodinamica che propongo lavora su entrambi i livelli: da un lato si interviene per contenere e alleviare il disagio attuale, restituendo uno spazio di respiro e funzionalità nella vita di tutti i giorni; dall’altro si esplora ciò che alimenta in profondità il sintomo, per comprenderlo e trasformarlo.

Questo tipo di approccio – di matrice psicodinamica e attento al contesto relazionale – si fonda sull’idea che il cambiamento duraturo avviene quando possiamo dare un significato più ampio alle nostre difficoltà. Insieme, nel percorso terapeutico, costruiamo un linguaggio per nominarle, un tempo per ascoltarle e una direzione per affrontarle.

Ogni terapia è unica, come unica è la storia di chi la intraprende. Il mio compito è offrire uno spazio sicuro, costante e non giudicante, dove poter tornare a pensare a sé e alle proprie possibilità.